Calabria
Niko Pandetta e il caso della videochiamata dal carcere durante il concerto del 1 maggio a Catania

È tornato al centro della cronaca Niko Pandetta, il trapper catanese nipote dello storico boss mafioso Turi Cappello, detenuto al 41bis e già omaggiato dallo stesso Pandetta in una canzone. L’artista, a sua volta recluso dal mese di ottobre 2024 in un carcere della Calabria per spaccio di droga, è comparso in una presunta videochiamata durante il concerto dell’1 maggio all’One Day Music Festival, sulla spiaggia della Plaja di Catania.
A mostrarlo al pubblico è stato il rapper Baby Gang, che si è esibito sul palco prima di cantare “Italiano”, brano realizzato insieme a Pandetta. L’artista ha sollevato il telefono verso il pubblico, dove appariva il volto del trapper detenuto, incitando i fan con la frase: «È mio fratello, un casino per Niko Pandetta». L’episodio è stato filmato da numerosi presenti e i video sono diventati virali sui social, scatenando polemiche e interrogativi.
Non è ancora chiaro se si trattasse di una videochiamata in diretta, di un messaggio registrato o semplicemente di un vecchio video conservato sul telefono. Per chiarire i contorni dell’accaduto, la Procura di Catania ha aperto un’indagine, affidata alla squadra mobile della Questura. Durante una perquisizione nella cella di Pandetta, la polizia penitenziaria ha sequestrato un telefonino, il cui possesso non autorizzato ha portato all’iscrizione dell’artista nel registro degli indagati per accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti.
I suoi legali, gli avvocati Salvo Pace e Maria Chiaramonte del foro di Catania, hanno dichiarato di non avere informazioni dirette sul contenuto del video o sulla sua provenienza. «Potrebbe trattarsi di una vecchia registrazione precedente alla carcerazione – hanno spiegato – oppure di materiale già oggetto di indagine in un altro procedimento. Non abbiamo potuto parlare direttamente con Pandetta, quindi non conosciamo la sua versione dei fatti».
Niko Pandetta, in passato, è stato oggetto di provvedimenti da parte di diversi questori in Italia che hanno vietato suoi concerti a causa dei contenuti dei testi, considerati apologetici verso la criminalità. Recentemente è diventata definitiva anche una condanna a un anno e quattro mesi per una rissa avvenuta il 21 aprile 2022 fuori dalla discoteca Vecchia Dogana al porto di Catania, che vide coinvolti due gruppi rivali e causò due feriti.
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