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Economia

Gallo “I dazi Usa mettono a rischio l’agroalimentare, ma l’Italia è resiliente”

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“Il presidente degli Stati Uniti ha minacciato e poi applicato dei dati importanti rispetto a prodotti di qualità, dai nostri vini ai nostri formaggi e salumi: elevare i dazi mette a rischio un’economia che era in sicura crescita” ma “sono convinto che l’Europa saprà reagire”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria e responsabile del Dipartimento Sicurezza alimentare e difesa del cibo italiano nel mondo di Forza Italia, Gianluca Gallo, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.

L’INTERVISTA VIDEO A GALLO

“Innanzitutto c’è stato un rinvio di qualche settimana dell’applicazione dei dazi, il che significa che anche da parte degli Stati Uniti c’è probabilmente la volontà di trattare. Poi l’Europa non può essere subalterna agli Stati Uniti, né sul tema della difesa, né sull’economia: l’Occidente deve essere in sintonia, non si può pensare ad un mondo occidentale in cui gli Stati Uniti siano da soli, per cui l’Europa deve acquistare consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità. Sono fiducioso, peraltro noi siamo resilienti”, ha spiegato. Negli ultimi anni “il governo Meloni ha lavorato molto bene, anche con i ministri Tajani e Lollobrigida, in particolare sul rilancio del Made in Italy: anche manifestazioni come ‘Agricoltura È’ hanno aiutato la ripresa del settore, soprattutto dando una maggiore consapevolezza nel paese che probabilmente il settore enogastronomico agroalimentare, anche il settore agricolo primario, possano essere una forza in crescita per gli italiani. Questo ha portato dei risultati, perché negli ultimi due anni l’export del settore agroalimentare è cresciuto da 63 miliardi a 70 miliardi”.

In particolare, “la crescita dell’export italiano è trascinata dalle economie del Sud, che nel corso degli ultimi decenni sono state quelle più penalizzate, ma che hanno più margini di crescita. Non chiediamo assistenzialismo, ma investimenti seri: noi in Calabria in questi anni abbiamo puntato su questo. Abbiamo rafforzato le aziende, abbiamo velocizzato la spesa. Siamo cresciuti sull’export a doppia cifra, in alcuni trimestri addirittura del 25%, perché siamo andati alla ricerca di mercati che possano recepire i nostri prodotti e che possano pagare la qualità. Certo, gli Stati Uniti per noi sono un mercato importante al quale ci stiamo affacciando, perché tante partecipazioni ad azioni di promozione come Vinitaly di Chicago o il Winter Fancy Food di Las Vegas hanno portato risultati concreti alle nostre aziende”.

I dazi “potrebbero essere una battuta d’arresto, ma questo non ci spaventa, perché troveremo altro. Abbiamo bisogno di individuare mercati, che possano recepire i nostri prodotti, che non sono in grande quantità, che sono superiori soprattutto in termini di qualità”, ha spiegato. “Nessuno avrebbe immaginato che il presidente Trump avrebbe lanciato questa guerra commerciale con gli alleati europei, ma è accaduto: in questi anni l’ICE ha lavorato bene, anche per la ricerca di mercati alternativi rispetto agli Stati Uniti, con una crescita secca di 7 milioni di euro, quindi oltre il 10% sull’export. Questo significa aver avuto attenzione verso i mercati del Medio Oriente e dell’Asia che sono innamorati del Made in Italy. Bisogna intensificare questi rapporti e fare in modo che ci siano sbocchi ulteriori. Per esempio, la fine del conflitto russo-ucraino potrebbe darci uno sbocco immediato verso la Russia, che per noi era un mercato importante: i nostri vini lì potrebbero trovare uno spazio importante perché non ci sono quelle limitazioni che invece si registrano nel mondo occidentale e anche nel nostro Paese”.

La Regione Calabria è un produttore di nicchia, “produciamo meno di 20 milioni di bottiglie: una sola cantina del Veneto o dell’Abruzzo produce quelle quantità, ma noi l’abbiamo divisa in 150 cantine, che in questi anni hanno gestito bene il passaggio generazionale, a tanti giovani e donne che magari sono tornati dopo aver avuto esperienze al di fuori dei confini regionali. Ecco, questa è la sfida del sud: non è la sfida delle colture massive o delle produzioni massive, ma è la sfida della nicchia, della qualità in un sud che può combinare il prodotto con il territorio, fatto di “borghi salvaguardati, un clima temperato e godibile per 12 mesi all’anno, aree interne meravigliose, parchi nazionali” che può “offrire un turismo sostenibile ambientale lento. Tutto questo credo che si combini bene con una tecnogastronomia di qualità”.

Pochi sanno che la Calabria “è ai vertici europei sul biologico: abbiamo il 35% di superficie agricola utilizzata biologica, siamo i primi in Italia e i terzi in Europa. Inoltre dal 2016 non consentiamo ai nostri agricoltori di utilizzare il glifosato: questo complica molto la vita dei nostri agricoltori, ma significa salubrità e prevenzione”, oltre che “sostenibilità dal punto di vista ambientale” realizzata “con i fondi dell’agricoltura, investendo 100 milioni di euro all’anno. Oggi l’ambiente è sempre importante, ma non è fondamentale nelle azioni della Commissione Europea sull’agricoltura”, lo ha testimoniato anche il documento programmatico del Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Christophe Hansen, “nel quale per la prima volta si parla di sovranità alimentare”, ha ricordato Gallo. Hansen ha incontrato le istituzioni calabresi pochi giorni fa ad ‘Agricoltura È’.

In Calabria, le emergenze su cui lavorare “sono immateriali” e sono legate “alla necessità di innovazione scientifica e tecnologica, perché così avviciniamo anche i giovani al settore agroalimentare: dobbiamo spiegare ai giovani che il settore agricolo non è quello di un tempo, ma che oggi si governa anche attraverso processi di innovazione tecnologica. Dobbiamo far capire quanto siano importanti la formazione e la cooperazione nella nostra terra, per avere risultati importanti anche in questi settori”. L’agricoltura può diventare davvero uno strumento di occupazione per le giovani generazioni? “Sono convinto che possa esserlo, dobbiamo far capire ai nostri ragazzi che al Sud si può vivere bene, produrre con l’amore per le produzioni di qualità e vendere nel mondo attraverso gli strumenti che oggi ci sono”, afferma Gallo.

– foto Italpress –

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