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Nel mito di Rocky: dall’underdog a simbolo di successo

Chiamati “Rocky heroes” o “eroi alla Rocky”, queste persone rappresentano l’epitome dello spirito di Rocky Balboa, il piccolo pugile dilettante di Filadelfia che, contro ogni aspettativa, ha sfidato Apollo Creed, il campione mondiale in carica, nel film del 1976 che lanciò la carriera di Sylvester Stallone. A quasi cinquant’anni da quella prima pellicola, che ha dato vita a una saga di sei film principali e tre spin-off con la serie Creed, Rocky rimane un’icona indiscussa, fonte d’ispirazione per chi ha saputo trasformare l’essere l’underdog in un trionfo personale.
A Philadelphia, città simbolo di quella storia che ha incantato il mondo e vinto tre Oscar (miglior film, miglior regia per John G. Avildsen e miglior montaggio), il mito di Rocky si intreccia con la memoria del pugile Rocky Marciano – sebbene il vero spunto cinematografico fosse l’incontro tra la leggenda Muhammad Ali e lo sfavorito Chuck Wepner. Oggi, i 72 gradini di pietra che hanno segnato il percorso del protagonista rappresentano non solo una celebre attrazione turistica, ma anche un’occasione per vivere, nel nome dell’underdog, un’esperienza autentica e, perché no, un po’ stravagante, che incarna una profonda umanità.
Durante il RockyFest 2024, coordinato dal Philadelphia Visitor’s Center, le autorità hanno invitato sul palco i cosiddetti “Rocky Heroes”, dedicando loro un ritratto di grandi dimensioni e l’opportunità di raccontare la propria storia. Tra i premiati spiccano:
- Chantay Love, fondatrice di un’organizzazione che supporta le famiglie delle vittime della violenza armata, ispirata dalla tragica perdita del fratello Emir nel 1997 e ribattezzata con l’acronimo EMIR (Every Murder Is Real).
- Joshua Santiago, ex spacciatore che ha trovato una seconda chance come barbiere, grazie alla sua organizzazione non-profit “Empowering Cuts”, che offre tagli di capelli gratuiti ai senza fissa dimora in tutta la città e lo stato.
La presidente Kathryn Ott Lovell ha commentato:
“Hanno fatto davvero grandi passi avanti nelle loro vite personali. Sono degli eroi per noi, per le loro famiglie e per le loro comunità.”
Questa celebrazione è tipicamente americana: un inno al self-made man/woman che, con tenacia, perseveranza e una sfida continua, riesce a raggiungere mete che sembravano inarrivabili. È un omaggio al “sogno americano”, quel mito fondante della nazione plasmata dai padri della patria che firmarono la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione il 4 luglio 1776.
Questo viaggio tra gli attuali “Rocky Heroes” non solo celebra la città simbolo di questa storia, ma mette in luce anche il ruolo della comunità italiana, da sempre parte integrante del tessuto culturale di Philadelphia, che continua a mantenere vivo lo spirito di chi, come Rocky Balboa, ha saputo trasformare ogni sfida in un’opportunità di successo.
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