Campania
Maxi operazione a Napoli contro il clan “Lo Russo”: arresti e sequestri per estorsione, usura e frode fiscale
Una vasta operazione di polizia ha portato oggi all’arresto di tre persone coinvolte in attività criminali legate al clan mafioso “Lo Russo”, operante nelle periferie di Napoli e con ramificazioni nelle aree centrali della città. L’operazione, eseguita dalla Guardia di Finanza di Napoli e dalla Polizia Penitenziaria di Roma, ha visto il coinvolgimento anche del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, ed è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli. I tre indagati, tra cui due in carcere e uno agli arresti domiciliari, sono accusati di numerosi reati, tra cui associazione armata di stampo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, estorsione, usura aggravata, frode fiscale e l’accesso illecito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti.
Le indagini hanno svelato che uno dei principali indagati, pur essendo stato condannato all’ergastolo dal 2010 per omicidio premeditato e recluso in carcere, continuava a mantenere un ruolo di vertice all’interno della fazione “ncopp Miano” del clan “Lo Russo”. Il detenuto, grazie a una rete di comunicazioni tramite cellulari clandestini e messaggi WhatsApp, coordinava e dirigeva le attività illecite. Utilizzando la moglie e il figlio come intermediari, impartiva ordini per la riscossione di denaro derivante da attività estorsive e per la concessione di prestiti a tassi usurari. Questi prestiti venivano restituiti sotto minaccia e intimidazione.
Un altro aspetto del caso riguarda il riciclaggio dei proventi criminali. La famiglia del detenuto avrebbe infatti investito ingenti somme di denaro, provenienti dalle attività illecite, in orologi di lusso di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, alcuni dei quali acquistati all’estero, a Dubai, tramite criptovaluta. Inoltre, per eludere le misure di prevenzione patrimoniale, i familiari avrebbero fittiziamente intestato a terzi una serie di immobili e aziende, tra cui attività nel settore della calzatura e dei trasporti. Queste operazioni erano finalizzate non solo a nascondere il denaro, ma anche a frodare il fisco tramite false fatturazioni, per un ammontare complessivo di circa 10 milioni di euro.
Nel mese di giugno 2024, in seguito alle indagini, erano già stati sequestrati beni per un valore superiore agli 8 milioni di euro, tra cui immobili, terreni, orologi di lusso, autovetture e rapporti finanziari. La misura cautelare odierna è stata eseguita nell’ambito delle indagini preliminari e si somma ad altre perquisizioni in corso nelle province di Napoli e Caserta, nonché in altre località del territorio nazionale.
L’operazione rappresenta un altro importante colpo alla criminalità organizzata, che continua a operare anche dentro le mura delle carceri, sfruttando le tecnologie per mantenere il controllo su attività illecite. I destinatari dei provvedimenti sono ancora presunti innocenti fino a una sentenza definitiva.
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