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Fonseca e il gioco delle colpe: la squadra in bilico

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Quello che sembra un reality show si trasforma in una storia ricca di nomi, accuse e una crescente sensazione di sfiducia. Paulo Fonseca, allenatore che non ha paura di esprimere i suoi dissapori, sembra sempre più al centro di un circolo vizioso in cui ogni partita offre nuovi colpevoli. Che si tratti di Tomori e della difesa, dei tiri sbagliati da Theo Hernandez e Leao o delle decisioni arbitrali contro la sua squadra, Fonseca sembra avere sempre qualcosa o qualcuno a cui attribuire la responsabilità di ogni insuccesso.

Le sue dichiarazioni, spesso dure e mai troppo sfumate, mettono in evidenza un aspetto curioso: se il tecnico è pronto a nominare chi, secondo lui, non sta dando il massimo, ci si chiede perché resti alla guida di una squadra che lui stesso ammette di non riuscire a controllare. Il fatto che Fonseca sembri ricercare costantemente un alibi, piuttosto che prendersi la piena responsabilità dei fallimenti, solleva dubbi sulla sua relazione con i giocatori e sulla sua capacità di motivare il gruppo.

Eppure, non è una novità che gli allenatori, soprattutto quando la pressione cresce, si sfoghino contro la squadra, ma in questi casi un dirigente dovrebbe probabilmente intervenire per mediare e chiarire la situazione. Fonseca, però, appare più incline a puntare il dito, lasciando poco spazio all’autocritica. Non è il primo allenatore a farlo, e probabilmente non sarà l’ultimo, ma la sua posizione sembra ogni giorno più difficile da giustificare.

L’allenatore, pur non facendo nomi precisi, lascia intendere che alcuni giocatori non stiano dando il massimo. Tra i sospetti, Theo Hernandez e Davide Calabria sembrano i principali indiziati, ma la vera domanda è un’altra: perché Fonseca non è riuscito a creare un legame solido con il suo gruppo? Le scelte di formazione, come le ripetute panchine a Leao, potrebbero averminato l’armonia e lo spirito di squadra, ma questo non basta a spiegare il malcontento che si respira.

La verità sembra essere che il tecnico non sia riuscito a instaurare una comunicazione efficace con la squadra e che, nonostante il suo impegno, la fiducia reciproca non sia mai decollata. La mancanza di coesione tra allenatore e giocatori potrebbe essere alla base di questa spirale negativa che rischia di compromettere il cammino della squadra. Resta solo da capire se il faccia a faccia annunciato dopo la partita con la Stella Rossa riuscirà a risolvere la situazione, o se, come nel miglior stile di un reality, dovremo aspettare il prossimo episodio per scoprire chi sarà il prossimo “nominato”.

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Redazione Italia

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