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Scienza e Salute

Prevenzione e vaccini: un’alleanza cruciale contro il cancro al collo dell’utero

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Ogni anno, nel mondo, circa 300.000 donne perdono la vita a causa del cancro al collo dell’utero, una patologia che colpisce in modo drammatico soprattutto le donne nei Paesi in via di sviluppo, dove la mancanza di programmi di prevenzione aggrava ulteriormente la situazione. In Italia, le nuove diagnosi annuali si attestano a circa 2.500, con un preoccupante aumento dei casi tra le donne giovani. Questo tumore è il quarto più comune tra le donne, e, sebbene il tasso di mortalità stia lentamente diminuendo grazie ai progressi nella diagnosi e nel trattamento, rimane una delle principali cause di morte.

Una delle buone notizie è che il cancro del collo dell’utero è preceduto da lesioni pre-tumorali, che se individuate e trattate precocemente, possono essere fermate, evitando l’evoluzione verso il carcinoma. Tuttavia, queste lesioni sono spesso asintomatiche, il che rende cruciale la prevenzione, con test di screening come il Pap test e il test HPV, oltre alla vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV). L’HPV è il principale fattore di rischio per il cancro del collo dell’utero e la sua trasmissione avviene principalmente attraverso contatti sessuali. Sebbene non esista un metodo che prevenga completamente l’infezione, l’uso del preservativo riduce significativamente il rischio di contagio.

La prevenzione, quindi, è fondamentale. Adottare stili di vita sani, come evitare il fumo, e sottoporsi regolarmente a screening e vaccinazioni, rappresenta il miglior strumento per contrastare questo tipo di cancro e ridurre il numero di vittime in futuro.

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