La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Pietro Morreale, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata diciassettenne, Roberta Siragusa, in un episodio di violenza che ha scosso l’opinione pubblica. Il crimine si è consumato nella notte del 21 gennaio 2021 a Caccamo, in provincia di Palermo, dove il giovane ha dato fuoco alla ragazza dopo averla aggredita.
Nelle motivazioni della sentenza, pubblicate nelle scorse ore, i giudici hanno stabilito che Morreale era “perfettamente capace di intendere e di volere” al momento del delitto. La prima sezione della Suprema Corte ha ritenuto infondati i motivi di ricorso presentati dalla difesa, confermando così la decisione dei precedenti gradi di giudizio.
Oltre alla pena detentiva, Morreale è stato condannato a risarcire le parti civili, tra cui i familiari di Roberta Siragusa: la madre Iana Brancato, il padre Filippo Siragusa, il fratello Dario e la nonna Maria Barone. I familiari, assistiti da un team legale composto da vari avvocati, hanno espresso il loro desiderio di ottenere giustizia per la tragica scomparsa della giovane.
Questo caso ha riacceso il dibattito sulla violenza di genere e sull’importanza di proteggere le vittime di abusi. La sentenza rappresenta un passo significativo nel riconoscere la gravità del crimine e nel sostenere le vittime e le loro famiglie in un momento di grande dolore.