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Attualità

Piero Fassino formalmente indagato per furto.

Il caso assume una svolta più definita con l’accusa formale di furto mossa dalla procura di Civitavecchia nei confronti del deputato Alessandro Gentile del Partito Democratico. L’accusa si riferisce al presunto furto di un flacone di profumo Chanel del valore di circa 140 euro avvenuto il 15 aprile scorso. Gentile si è difeso sostenendo che il gesto, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, fosse dovuto al fatto che aveva le mani occupate in quel momento. Tuttavia, i giudici intendono approfondire la questione, soprattutto alla luce di testimonianze e precedenti che sembrano complicare ulteriormente la situazione.

Il procedimento legale ora potrebbe prendere diverse direzioni. Il pubblico ministero dovrà decidere se procedere con un interrogatorio di garanzia e successivamente se archiviare il caso per mancanza di prove o per “particolare tenuità del fatto”, oppure se procedere con la chiusura delle indagini e avviare un procedimento giudiziario.

La difesa del deputato, rappresentata dall’avvocato Fulvio Gianaria, ha dichiarato di non aver ancora ricevuto gli atti del caso e di valutare il da farsi una volta che li avranno ricevuti.

Inoltre, va considerata la questione dell’immunità parlamentare di Gentile, che potrebbe influenzare il procedimento legale. Se il processo dovesse procedere, il magistrato dovrebbe richiedere un’autorizzazione a procedere, il che potrebbe portare la procura a considerare l’archiviazione del caso.

Questa situazione potrebbe lasciare una macchia indelebile sulla carriera politica di Gentile, che già ha subito critiche in passato per altre questioni. Il suo coinvolgimento in un presunto atto criminale potrebbe influenzare significativamente la sua reputazione e la sua carriera politica.

Attualità

Cosenza | Amaco: Operazione per salvare oltre 100 posti di lavoro

È una corsa contro il tempo per salvare oltre cento posti di lavoro e garantire il servizio di trasporto pubblico senza modifiche nella nostra città. L’operazione deve essere completata entro la fine di settembre, quando scadrà l’ultima proroga disponibile.

Incontri e proposte si susseguono, non mancando le polemiche. Ieri mattina, il sindaco Franz Caruso ha avuto un primo incontro esplorativo con l’assessore regionale Emma Staine.

Durante una recente riunione in Municipio con sindacati e lavoratori, il sindaco si era rivolto alla Regione per trovare insieme una soluzione che permettesse all’Amaco di superare le difficoltà. È stato richiesto un tavolo concertativo aperto a tutti i soggetti interessati.

«È stato un incontro interlocutorio», ha dichiarato il sindaco Caruso a proposito dell’incontro con Staine, «ci siamo aggiornati in attesa che l’assessore esamini la relazione dei suoi consulenti giuridici».

Nel primo pomeriggio, invece, i consiglieri di minoranza a Palazzo dei Bruzi hanno tenuto una conferenza stampa. «Propositiva, nessuna strumentalizzazione, non vogliamo fare populismo», hanno sottolineato Luberto, Dodaro, Spataro, Francesco Caruso e gli altri consiglieri presenti nella saletta al terzo piano del Municipio.

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Stellantis: Citroen richiama 600 mila auto per gravi rischi dall’airbag

Citroen ha inviato un messaggio allarmante a diversi suoi clienti, chiedendo loro di sospendere immediatamente la guida dei loro veicoli. Questa richiesta urgente è parte di una campagna di richiamo che coinvolge i modelli Citroen C3 e DS3, a causa di problemi agli airbag prodotti dalla società Takata, nota per essere finita in bancarotta nel 2017.

Nella lettera inviata ai clienti, Citroen specifica che le sostanze chimiche nei dispositivi di gonfiaggio degli airbag Takata possono deteriorarsi nel tempo. Questo deterioramento potrebbe causare una rottura del dispositivo con una forza eccessiva in caso di incidente, mettendo a rischio la vita e l’incolumità di conducente e passeggeri. A causa della gravità del rischio, Citroen invita i clienti a non utilizzare i veicoli e a rivolgersi a un’autofficina convenzionata per la sostituzione dei componenti difettosi.

Richiamo di oltre 600 mila veicoli

La campagna di richiamo riguarda più di 600 mila veicoli Citroen C3 e DS3 prodotti tra il 2009 e il 2019, distribuiti in una ventina di Paesi. In particolare, sono stati richiamati 497.171 modelli di Citroen C3 e 108.601 modelli di DS3. Questi modelli sono molto diffusi anche in Italia, dove numerosi clienti stanno affrontando difficoltà a causa di questo richiamo.

Testimonianze di clienti coinvolti

Un cliente ha condiviso la sua esperienza con MF-Milano Finanza, spiegando le difficoltà incontrate. Dopo aver ricevuto una prima lettera a gennaio, ha riscontrato problemi nel trovare officine autorizzate per l’intervento. Nonostante fosse riuscito a prenotare un appuntamento per luglio, ha ricevuto una nuova raccomandata che richiedeva di riprenotare online, annullando il precedente appuntamento.

Problemi di disponibilità dei componenti

Molti clienti si sono trovati a dover riprenotare gli interventi a causa della mancanza di componenti necessari per sostituire gli airbag. Le officine hanno riferito che il problema iniziale era legato alla disponibilità dei pezzi di ricambio. Solo dopo aver ottenuto un codice specifico, legato alla parte da sostituire, i clienti possono riprenotare l’appuntamento. Tuttavia, ottenere questo codice può richiedere tempo, aggravando ulteriormente i tempi di attesa.

Difficoltà nel contattare il servizio clienti

Ulteriori complicazioni derivano dal contatto con il servizio clienti di Stellantis. I clienti hanno segnalato tempi di attesa lunghissimi e difficoltà nel ricevere assistenza adeguata, come raccontato da un cliente che, dopo aver aspettato 50 minuti al telefono, ha visto cadere la chiamata senza risposta.

Questa situazione evidenzia un problema significativo per Citroen e Stellantis, con clienti che rischiano di dover fare a meno dei loro veicoli per un periodo prolungato, aumentando il disagio e le preoccupazioni per la sicurezza.

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Cosenza | Servirebbero più agenti di Polizia municipale, ultimo concorso molti anni fa

L’ultimo concorso per i vigili urbani risale a molti anni fa, e oggi la pianta organica dei vigili urbani è altrettanto esigua quanto quella dei dipendenti del Palazzo dei Bruzi, ulteriormente ridotta dai recenti pensionamenti. Attualmente, il numero di impiegati è inferiore a duecento, una cifra modesta per un comune capoluogo, ben lontana dalle migliaia di dipendenti presenti durante i periodi più prosperi.

Quei tempi sono ormai passati e il municipio deve ora affrontare anche il dissesto finanziario. Questa situazione ha impedito sia alla precedente amministrazione che all’attuale governo, guidato da Franz Caruso, di rimpiazzare le posizioni vacanti, concentrandosi invece sull’adozione di strategie per ridurre il debito. Tuttavia, le recenti approvazioni dei bilanci sembrano offrire un’opportunità per guardare al futuro con ottimismo. I dirigenti dei vari settori (recentemente ne sono stati assunti altri cinque a seguito della scadenza della legislatura) stanno preparando i bandi per nuovi concorsi che si terranno dopo l’estate, includendo anche il Corpo della Polizia Municipale. Attualmente, le novanta unità di polizia municipale effettive sono in realtà ridotte a una cinquantina, considerando gli interventi sulla viabilità.

Secondo una legge nazionale, trascorso un certo periodo di tempo (dieci o quindici anni), i vigili non sono più idonei ai servizi su strada. Recentemente, la crescente carenza di personale in vari comparti dell’ente ha spinto l’amministrazione comunale a ricorrere alla mobilità interna, attingendo proprio dal corpo della polizia municipale. Tuttavia, il numero di agenti trasferiti negli uffici è stato davvero esiguo: solo quattro o cinque unità. Questo senza considerare le specifiche funzioni del personale in divisa. Ad esempio, sul territorio operano le squadre dell’Annonaria e del Decoro Urbano.

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