Politica
Sciopero dei magistrati, esplode la polemica sulla riforma della Giustizia

A ventiquattr’ore dall’annuncio delle iniziative contro la riforma della Giustizia, la decisione dei magistrati di protestare il giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e di scioperare il 27 febbraio ha sollevato un acceso dibattito. L’Unione delle Camere Penali si schiera contro l’Anm, criticando lo sciopero come uno “scontro istituzionale” con il governo e il Parlamento, che rischia di compromettere l’immagine della magistratura. Il centrodestra, a sua volta, difende il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che esprime il suo dissenso sulla modalità di protesta: “Protestare è legittimo, ma non condivido il modo scelto”. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, accusa l’Anm di “delegittimare la magistratura italiana”.
Dal canto suo, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, difende le ragioni della mobilitazione, sostenendo che la riforma costituisca un “peggioramento della giustizia”. I magistrati, durante l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, indosseranno una coccarda tricolore sulle toghe e lasceranno l’aula quando il ministro Nordio prenderà la parola, tenendo in mano una copia della Costituzione. Il 27 febbraio è prevista una giornata di astensione dal lavoro.
L’Unione delle Camere Penali ha sottolineato come l’articolo 111 della Costituzione, che sancisce il diritto a un processo davanti a un giudice terzo, venga ignorato dalla riforma. Santalucia ha replicato, affermando che “la giustizia senza la garanzia di indipendenza e autonomia non è una giustizia di qualità” e che la modifica costituzionale favorisce una maggiore influenza della politica sulla giustizia.
La politica interviene pesantemente sulla protesta delle toghe. Tajani sostiene che la riforma punta a rafforzare il ruolo del magistrato giudicante, garantire un processo giusto e la certezza del diritto per i cittadini, e critica la “difesa corporativa” dei magistrati. Gasparri accusa l’Anm di voler violare il principio della separazione dei poteri e di mostrare un atteggiamento di “protervia assoluta”.
A favore della riforma si schiera anche l’ex pm Antonio Di Pietro, che ritiene che la modifica non incida sull’articolo 104 della Costituzione e che le critiche siano ideologiche. Contrario alla separazione delle carriere, Nicola Fratoianni di Avs definisce la riforma un attacco all’autonomia dei magistrati e una protezione dei potenti.
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