Cronaca
Minacce di morte all’Eurovision!

Clima teso all’Eurovision Song Contest 2024: durante l’evento di apertura tenutosi a Basilea, in Svizzera, l’artista israeliana Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, è stata minacciata di morte nel corso di una manifestazione pro-Gaza. L’episodio ha scatenato forte indignazione e riacceso il dibattito sulla sicurezza degli artisti e la politicizzazione dell’evento.
Secondo testimoni e immagini circolate online, mentre la delegazione israeliana prendeva parte alle attività inaugurali dell’Eurovision, un uomo – con indosso una kefiah e una bandiera palestinese – ha compiuto il gesto di tagliarsi la gola, ha sputato verso il gruppo israeliano e ha lanciato insulti pesanti. La scena è avvenuta davanti a diversi spettatori, in un contesto già fortemente segnato da tensioni internazionali.
Yuval Raphael, artista simbolo della resilienza israeliana dopo essere sopravvissuta al massacro del 7 ottobre 2023, è apparsa visibilmente scossa ma ha mantenuto un atteggiamento composto. Fonti vicine all’organizzazione riferiscono che la sicurezza è immediatamente intervenuta, isolando l’aggressore e avviando le indagini del caso in collaborazione con la polizia locale.
Le autorità svizzere hanno confermato l’apertura di un’inchiesta per minacce aggravate e incitamento all’odio. Nel frattempo, la direzione dell’EBU (European Broadcasting Union) ha ribadito l’importanza di mantenere l’Eurovision “uno spazio sicuro e apolitico per l’incontro tra culture”, pur riconoscendo la delicatezza del momento.
L’episodio ha suscitato reazioni a livello internazionale. Mentre l’ambasciata israeliana in Svizzera ha condannato duramente l’accaduto, sui social si è acceso il dibattito tra chi difende la libertà di espressione e chi denuncia derive di antisemitismo mascherate da attivismo politico.
L’artista, intanto, ha ringraziato i fan e le autorità per il sostegno ricevuto: “Sono viva per raccontare, non per essere zittita. Nessuna minaccia fermerà la mia voce”. Le sue parole sono diventate virali e simbolo di resilienza in un contesto sempre più polarizzato.
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