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Supercoppa Europea: Real Madrid e Atalanta in Campo a Varsavia

VARSAVIA (POLONIA) – Questa sera, alle ore 21, lo Stadio Nazionale di Varsavia ospiterà la finale della Supercoppa Europea, dove Real Madrid e Atalanta si contenderanno il primo grande trofeo della stagione. I Blancos, guidati da Carlo Ancelotti, arrivano all’appuntamento da campioni in carica della Champions League, conquistata con una vittoria per 2-0 contro il Borussia Dortmund. Dall’altra parte, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini ha trionfato in Europa League, vincendo 3-0 contro il Bayer Leverkusen grazie a una straordinaria tripletta di Lookman, segnando così il primo trofeo internazionale nella storia del club bergamasco.

La squadra nerazzurra dovrà fare a meno di Teun Koopmeiners, escluso dalla rosa in vista di un imminente trasferimento alla Juventus. Il tecnico Gasperini ha commentato la situazione nella conferenza stampa pre-partita, definendo il giocatore “una vittima” della situazione. Nonostante questa assenza, il popolo atalantino è pronto a sostenere la squadra, sognando un’altra impresa storica.

Come seguire Real Madrid-Atalanta

La finale sarà trasmessa in diretta alle ore 21 su Sky Sport Uno (canale 201), Sky Calcio (202) e Sky Sport (251). Sarà possibile seguire l’incontro anche in streaming su Now e tramite la piattaforma Sky Go.

Probabili formazioni

REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Carvajal, Militao, Rüdiger, Mendy; Valverde, Modric, Bellingham; Rodrygo, Mbappé, Vinicius.
Allenatore: Ancelotti.

ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Zappacosta, De Roon, Ederson, Ruggeri; Pasalic; De Ketelaere, Lookman.
Allenatore: Gasperini.

Arbitro: Schärer (Svizzera).
Guardalinee: De Almeida, Erni.
IV Ufficiale: Balakin (Ucraina).
VAR: Dankert (Germania).
AVAR: San (Svizzera), Dingert (Germania).

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Roberto Baggio: Il Divin Codino e gli Aneddoti che lo Hanno Reso Leggenda

Roberto Baggio, nato il 18 febbraio 1967 a Caldogno, è una figura leggendaria nel mondo del calcio, conosciuto per il suo straordinario talento e la sua profonda umiltà. Conosciuto come il “Divin Codino” per il suo caratteristico taglio di capelli, Baggio ha incantato i tifosi di tutto il mondo con il suo stile di gioco elegante e la sua capacità di creare magie con il pallone. Ma oltre ai suoi successi sul campo, sono gli aneddoti e le storie della sua vita che hanno contribuito a rendere Baggio una figura indimenticabile.

L’Amore per la Fiorentina e la Protesta dei Tifosi

Uno degli episodi più noti della carriera di Baggio riguarda il suo trasferimento dalla Fiorentina alla Juventus nel 1990. Nonostante il passaggio a Torino fosse un grande passo avanti nella sua carriera, Baggio era profondamente legato alla Fiorentina e ai suoi tifosi. Quando la notizia del trasferimento fu resa pubblica, i tifosi viola scesero in piazza a Firenze per protestare contro la cessione del loro idolo. Durante una partita tra Juventus e Fiorentina, poco dopo il suo trasferimento, Baggio rifiutò di calciare un rigore contro la sua ex squadra, un gesto che suscitò rispetto e ammirazione anche da parte dei tifosi juventini. Inoltre, alla fine della partita, raccolse una sciarpa della Fiorentina lanciata dagli spalti e la baciò, un atto che simboleggiava il suo legame indelebile con la città e i suoi tifosi.

Il Rigore del 1994: Il Peso del Mondo sulle Spalle

Il momento più emblematico e forse più doloroso della carriera di Roberto Baggio è legato alla finale del Mondiale del 1994 negli Stati Uniti. Dopo aver portato l’Italia in finale con prestazioni eccezionali, segnando gol decisivi contro Nigeria, Spagna e Bulgaria, Baggio si trovò a calciare l’ultimo rigore nella lotteria dei penalty contro il Brasile. Purtroppo, il suo tiro finì alto sopra la traversa, consegnando la vittoria al Brasile. Questo errore, sebbene avvenuto in un momento di altissima pressione, non intaccò l’affetto che i tifosi provavano per lui. Anzi, molti lo considerarono un eroe tragico, un campione che, nonostante il peso della responsabilità, aveva portato l’Italia così vicino al sogno.

La Spiritualità e il Buddismo

Un aspetto meno noto, ma profondamente significativo della vita di Roberto Baggio, è il suo legame con il Buddismo. Dopo aver subito una grave lesione al ginocchio a soli 18 anni, Baggio si avvicinò alla spiritualità in cerca di conforto e forza interiore. Si convertì al Buddismo e attribuisce gran parte della sua resilienza e della sua capacità di recupero alle pratiche meditative e ai principi buddisti. Questa dimensione spirituale ha sempre influenzato il modo in cui Baggio si è avvicinato al calcio e alla vita, mantenendo un atteggiamento umile e sereno anche nei momenti più difficili.

Il Ritorno a Brescia: Un Ultimo Atto di Magia

Verso la fine della sua carriera, Roberto Baggio si unì al Brescia, una squadra di provincia che difficilmente poteva ambire a grandi successi. Eppure, anche in questo contesto, Baggio continuò a brillare, contribuendo a salvare il club dalla retrocessione e regalando ai tifosi momenti di puro spettacolo. Indimenticabile è il gol segnato contro la Juventus nel 2001, quando, dopo aver dribblato l’intera difesa bianconera, realizzò una rete che rimane una delle più belle della sua carriera. Il suo ritorno a Brescia rappresentò un ultimo atto d’amore per il calcio, un modo per chiudere la sua carriera lontano dalle luci dei riflettori, ma vicino al cuore dei veri appassionati.

Un Uomo di Valori e di Passione

Roberto Baggio non è solo ricordato per i suoi gol e le sue giocate, ma anche per il suo comportamento fuori dal campo. Sempre rispettoso e modesto, Baggio ha mantenuto un profilo basso nonostante la fama, dedicandosi anche a cause umanitarie e al supporto di giovani calciatori. È stato nominato ambasciatore della FAO e ha sempre mostrato un forte impegno per il sociale, un altro aspetto che lo ha reso amato non solo come calciatore, ma anche come uomo.

Roberto Baggio resterà per sempre un’icona del calcio, un campione che ha saputo unire talento, passione e umiltà, incantando il mondo con la sua classe e il suo inconfondibile stile.

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Il Milan rompe il ghiaccio, poker di reti al Venezia

Il Milan travolge il Venezia per 4-0 e trova la prima vittoria del suo campionato. Gli uomini di Fonseca archiviano la pratica in meno di mezz’ora, mostrando un volto diverso rispetto alle prime tre uscite stagionali. I rossoneri partono forte e dopo 90 secondi passano subito in vantaggio. Hernandez recupera palla, duetta con Leao, entra in area e scaglia un rasoterra sul primo palo sul quale Joronen si fa sorprendere, con la palla che finisce in fondo al sacco dopo essere passata sotto le gambe del portiere. Il raddoppio arriva al 16′. Pulisic calcia un corner stretto, Fofana tocca il pallone di testa e la palla sfila alle spalle di Joronen, con Gabbia che sembra toccare la sfera senza però riuscirci. La rete verrà attribuita in un secondo momento al francese, alla sua prima marcatura stagionale. Gli ospiti sono in seria difficoltà e al 22′ Reijnders va al tiro, trovando il portiere incerto sulla respinta sulla quale si avventa Abraham, che subisce fallo da Joronen. L’arbitro assegna il rigore e dal dischetto si presenta Pulisic, il quale non sbaglia e cala il tris. Passano pochi istanti e Leao riceve palla, entra in area e cade a terra dopo un contrasto con Schingtienne. Il direttore di gara, dopo la revisione al Var, concede un nuovo penalty. Questa volta tocca ad Abraham prendere la rincorsa dagli 11 metri e segnare il primo gol con la nuova maglia, che vale il 4-0 con cui le due squadre vanno al riposo. Al 4′ della ripresa, serve un intervento in tuffo di Joronen per fermare un destro ravvicinato di Leao. I lagunari siglano il gol della bandiera al 26′ con Zampano, ma viene annullato dopo la revisione al Var per un fallo di Nicolussi Caviglia su Loftus-Cheek a inizio azione che gli costa pure il secondo giallo e il cartellino rosso. Nel finale, i padroni di casa amministrano senza affondare ulteriormente il colpo, trascinando il match fino al triplice fischio di Di Marco. La classifica vede ora il Milan salire all’ottavo posto a quota 5, mentre il Venezia resta ultimo con un solo punto all’attivo. Hernandez e compagni sono ora attesi, nella serata di martedì, dall’esame Liverpool nel debutto stagionale casalingo in Champions League.
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L’Empoli ferma la Juventus, al Castellani finisce 0-0

Secondo pareggio consecutivo per la Juventus di Thiago Motta: al Castellani contro l’Empoli finisce 0-0, lo stesso risultato maturato prima della sosta nel match casalingo contro la Roma. Bianconeri momentaneamente in testa alla classifica a quota 8 punti, in attesa di Inter e Torino. Sei punti per i toscani, al terzo pareggio in campionato e fin qui imbattuti: buon inizio da parte degli uomini di D’Aversa (oggi squalificato) che dopo aver vinto all’Olimpico sono riusciti a strappare un punto coi bianconeri. L’Empoli ha confermato la solidità mostrata nelle prime tre partite mettendo in difficoltà una Juventus propositiva nei primi istanti, meno brillante col passare dei minuti soprattutto in fase di costruzione. La prima vera occasione ce l’ha avuta Gyasi, ma il taglio sul secondo palo è stato intercettato dall’ottima lettura da parte di Kalulu. I bianconeri hanno fatto fatica a inventare gioco, merito anche dei padroni di casa in grado di intasare tutti gli spazi: il primo pericolo è arrivato da calcio d’angolo, col cross di Koopmeiners per Gatti, Vasquez però è riuscito a deviare in angolo la conclusione di testa del centrale. I toscani hanno invece impegnato Perin con una bordata di Maleh dalla distanza: il numero 1 bianconero, scelto al posto di Di Gregorio, è riuscito a bloccare la sfera senza ulteriori difficoltà. Nella ripresa gli ospiti hanno premuto immediatamente sull’acceleratore, decisiva la parata dello stesso Vasquez di piede sul diagonale di Vlahovic (da evidenziare anche il salvataggio sul tocco d’esterno di Koopmeiners). Per dare una scossa Thiago Motta, a metà secondo tempo, ha effettuato quattro cambi, ma i toscani hanno contenuto bene una squadra in difficoltà soprattutto negli ultimi sedici metri. Maleh nel finale ha scaricato un mancino velenosissimo uscito per questione di centimetri, mentre Gyasi si è divorato in pieno recupero la palla dell’1-0 grazie alla scivolata di Gatti. Inutili gli assalti finali da parte di Fagioli e compagni. Nel prossimo turno l’Empoli affronterà il Cagliari mentre la Juventus accoglierà il Napoli: prima però ci sarà il match di Champions League contro il Psv.
– Foto Ipa Agency –

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