Connect with us

Attualità

Ponte Morandi, La Russa “Ferita aperta ma anche esempio di resilienza”

ROMA (ITALPRESS) – “Nel sesto anniversario del crollo del Ponte Morandi rinnovo con profondo rispetto e partecipazione, il cordoglio, mio personale e del Senato della Repubblica, per le 43 vittime e le loro famiglie. Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come saranno per sempre scolpite nella nostra memoria le immagini di una città, Genova, spezzata in due e quel senso di incredulità e rabbia che tutti abbiamo provato in quei drammatici momenti”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Questo giorno in cui rinnoviamo il dolore per i caduti, rappresenta anche una importante occasione per riflettere sull’eccezionale esempio di resilienza e impegno che ha portato alla rapida ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio – aggiunge -. Un significativo segnale di riscatto per l’intera comunità nazionale”.
“Una realizzazione – osserva – frutto della straordinaria coesione di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, dell’impegno della società civile, delle imprese, delle maestranze e della straordinaria volontà di una terra che ha sempre dimostrato di saper superare difficoltà e avversità. La sinergia tra pubblico e privato ha offerto un modello di efficienza e determinazione”.
“In memoria di questa dolorosa giornata, infine, rinnoviamo l’invito a mantenere alta l’attenzione sui rischi ambientali e infrastrutturali, investendo nella sicurezza e nella manutenzione per evitare future tragedie. Il ricordo di quel giorno ci guida nella nostra missione di costruire un futuro più sicuro e sostenibile per le prossime generazioni”, conclude La Russa.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Attualità

Sophia Loren “Penso al domani, non ho rimpianti”

“Sì, è vero, gli ostacoli ci sono e io ricordo quanti ne siano sorti intorno a me per impedirmi di essere felice. Io ogni cosa l’ho combattuta fino a quando me ne sono liberata. Eppure dalla mia giovinezza a oggi le donne sono andate molto avanti, quasi in cima. Kamala Harris in America e von der Leyen in Europa sono esempi di donne che non solo vivono secondo le loro visioni di progresso e uguaglianza, ma la loro missione è trasformare queste battaglie in realtà per il beneficio di tutte le donne. Sono donne straordinarie, la candidata e vicepresidente Kamala e la presidente von der Leyen, a cui mi piace guardare per cercare di capire come sono arrivate dove sono, a essere a capo dell’Europa e forse, chissà, prima presidente degli Stati Uniti”. Così, in una intervista a la Repubblica, Sophia Loren, che il 20 settembre festeggerà i 90 anni. Poi, confessa: “La ciociara ed Una giornata particolare sono due film di cui sono estremamente orgogliosa, poichè rappresentano nel senso più profondo il mio lavoro come attrice. Sono così orgogliosa dei momenti che ho creato in questi film, insieme ai registi naturalmente, momenti che hanno toccato i cuori delle persone in tutto il mondo, ma che hanno anche parlato alle donne in modo molto diretto. Non posso però non aggiungere anche il mio ultimo film La vita davanti a sè. E’ un film di cui sono particolarmente orgogliosa non solo perchè io e mio figlio abbiamo collaborato insieme, ma anche perchè mi ha presentato, insieme al mio lavoro, a una nuova generazione di persone. La risposta, le reazioni che ho avuto per questo film sono state davvero incredibili”. “Non rimpiango mai ciò che mi è sfuggito – aggiunge -, preferisco pensare che domani troverò qualcosa di meglio, chissà, magari un nuovo capolavoro come se avessi vent’anni…”. Ed alla domanda se non le capita di pensare al dopo, a quando non ci saremo più, ride, di gusto, proprio la risata dei suoi venti anni, “ma io a tutto penso, tranne che alla morte!”.
“Edoardo ed io – sottolinea – abbiamo voglia di lavorare ancora insieme, ricordandomi certo che l’età della bellezza e dei trent’anni se n’è andata. Ma io credo che qualcosa del tempo passato ci resta sempre. Insieme ci stiamo lavorando. Si vedrà, ma io resto decisamente napoletana, sono superstiziosa: e così preferisco non parlarne. Ma una cosa è certa: non smetto di cercare, di pensare che da qualche parte c’è un ruolo che non mi farà dormire la notte”. Alla domanda su cosa pensa delle splendide ragazze, dette influencer, risponde: “Non conosco quel mondo, o meglio: questo pezzo di mondo nuovo, per cui non ho interesse. Se mi ricordo, noi dovevamo saper fare qualcosa per diventare visibili. Io, lo so, ero anche gradevole, bella và, e tutto è diventato grande, inimmaginabile. Erano anche tempi speciali, la fine della guerra, la povertà: oggi posso dire che questo nuovo mondo non lo conosco per dare un commento obiettivo, quindi me ne sto zitta”.

“Io ho fatto un centinaio di film perchè quello era il modo di essere attori di successo – spiega -. Correvamo da un film all’altro, soprattutto in America, e infatti non sono stati quelli a darmi la celebrità, ma i nostri, gli italiani, i cineasti di formidabile valore, i magnifici autori. Adesso mi sembra che gli attori italiani siano di nuovo molto bravi. Poi è vero: i molto bravi di film ne fanno pochi”. “Di sera a letto – aggiunge -, guardo anche io le serie e ce ne sono di belle, sì, è vero, ho amato l’inglese The Crown che ha raccontato la storia anche bruttina dell’attuale monarchia. Però io preferisco i film e mi è molto piaciuto quello di Paola Cortellesi C’è ancora domani. Mi ha davvero commosso vedere come maturava quel finale, con le donne che alla fine della guerra perduta possono finalmente andare a votare, nel ’46. Mi ha fatto pensare a cosa io ero in quel periodo,una ragazzetta di dodici anni magra e spaventata. Cortellesi è una vera poetessa”. Ed alla domanda sulla fede, se è importante per lei, risponde: “Sì, la fede non mi ha mai abbandonata, e io non ho mai abbandonato lei. Ci tengo molto alla mia religione, al mio Dio”. “Prego per la serenità nella mia vita e nella vita degli altri – dichiara -. Dio è stato gentile e generoso con me, e spero che sarà altrettanto gentile e generoso con gli altri”.

In merito alla Mostra del Cinema di Venezia, aperta con il restauro de “L’oro di Napoli”, ricorda: “Quando io e Vittorio ci siamo incontrati per la prima volta a Cinecittà, stavo uscendo dall’ennesimo provino che avevo fallito. Abbiamo iniziato a conversare e ci siamo subito trovati in sintonia. Quando mi ha offerto il ruolo nell’episodio de L’oro di Napoli, l’ho avvertito che sarei stata un’orribile candidata per un provino. Mi ha guardato con gli occhi pieni di tenerezza e comprensione e mi ha detto che non avevo bisogno di fare quel provino. La nostra conversazione era stata sufficiente per convincerlo che ero perfetta per il ruolo. E’ stata la prima volta nella mia vita che qualcuno ha creduto in me e ha scommesso su di me. Non lo dimenticherò mai. E poi mi sono ricordata di una cosa. Mi ricordo che quando iniziammo a girare, mia madre, la cui morte mi ha riempito di dolore, era una grande cuoca e all’ora dei pasti mi raggiungeva sul set con le sue leccornie, i peperoni arrosto, gli involtini di vitello, la pasta alla genovese, con quelle cipolle diventate come una crema, scura e saporita. Da lei e dalla mia nonna ho imparato a cucinare e a farne dei libri…”. Ed infine un ricordo di Marcello Mastroianni: “Più che un ricordo, è una scintilla. La scintilla nei suoi occhi quando sorrideva, è quella che mi porto impressa nel cuore. Questa scintilla mi riempiva di rassicurazione, di affetto , ispirazione. Io e Marcello eravamo legatissimi, in un tempo di allegria. E a proposito di cucina, di legami forti e di cose semplici, Marcello era una gran forchetta, un golosone. Il piatto che voleva da me era robusto e glielo preparavo col cuore: fagioli con le cotiche. Penso che i nostri film funzionavano tanto anche perchè dentro c’era la nostra amicizia, che era profonda, sincera, piena di gioco. Eravamo fratello e sorella. Che devo dire: Marcello mi accompagna, nei miei pensieri e nella mia vita. E’ per questo che non lo ricordo con dolore, solo col rimpianto di quei momenti infantili, felici”.
– foto Agenzia Fotogramma –

Continua a leggere

Attualità

Al Politecnico di Milano il Festival Internazionale dell’Ingegneria

Basta guardare gli occhi pieni di stupore dei bambini per capire che l’obiettivo è stato raggiunto. Anche quest’anno il Festival Internazionale dell’Ingegneria, arrivato alla sua quarta edizione, ha attirato decine di famiglie, che hanno sfidato il tempo incerto di Milano per soddisfare la curiosità di vedere all’opera docenti e studenti del Politecnico. Una tre giorni iniziata venerdì 13 settembre e che si concluderà domenica 15. La missione è avvicinare quante più persone possibili al mondo della scienza, sfatando il mito che l’ingegneria sia solo un insieme di algoritmi e formule complicate. “Vuole essere una vera e propria festa”, afferma la professoressa Isabella Nova, prorettrice delegata del Politecnico. “Crediamo che ricerca, innovazione e tecnologia siano e debbano essere una delle basi fondanti su cui costruire un futuro sostenibile. Vogliamo sfatare il mito della difficoltà delle materie Stem facendo toccare con mano quello che fa un ingegnere”.

Tema di questa edizione è “Technology for Humanity”, che prevede un percorso di cinque cluster: Play, Grow, Make, Dream e Move. Proprio il gioco è il primo tassello, destinato soprattutto ai più piccoli. Tantissime le attività per i bambini nella fascia dai 6 ai 13 anni: dal capire come si arriva al filo di seta partendo dal bozzolo prodotto dal baco al realizzare una bussola artigianale per ritrovare sempre il nord, passando per la lezione di chimica interattiva tra provette colorate, vapori e reazioni di ogni tipo. “Sono tutti modi per far sì che si sviluppi fin da piccoli la tendenza verso le materie scientifiche, in particolare sul fronte della progettazione. La nostra ambizione è di formare questi bimbi come ingegneri, un giorno”, sostiene ancora la professoressa Nova.
Per gli adolescenti, invece, da quest’anno sono stati pensati ad hoc l’Escape room matematica, la guida autonoma e la meccanica del metaverso. Tanto intrattenimento anche per gli adulti, che hanno a disposizione più di 25 stand e 25 incontri formativi durante i quali possono approfondire le nuove frontiere della tecnologia guidati dai docenti del Politecnico. Tra gli argomenti di discussione, le sfide dell’intelligenza artificiale e la sostenibilità nelle missioni spaziali, oltre alla mobilità elettrica e ai mille volti del nucleare.

Tra i punti forti del Festival ci sono poi le grandi infrastrutture, come la Galleria del Vento in cui si mette alla prova la resistenza dei ponti e il simulatore di guida, in una pedana 6 metri per 6 che catapulta virtualmente su un circuito che esiste davvero e si trova in Canada. Chi non ha paura di restare solo con i propri pensieri può provare a entrare in una silenziosissima camera anecoica, mentre gli amanti dello spazio possono approfondire gli studi in corso sui satelliti. Largo anche a chi ha un debole per i motori: tra gli stand che accolgono i visitatori si può infatti ammirare l’auto a guida autonoma che ha partecipato alla 1000 Miglia.
Tutte le giornate, dense di appuntamenti e attività laboratoriali per grandi e piccoli, sono movimentate fino a sera grazie agli spettacoli dedicati alla musica e all’AI con Alex Braga e Rocco Tanica. Non mancano gli ospiti, numerosi e di spessore. Dall’esploratore delle terre estreme Alex Bellini, passando per l’inventore di Arduino Massimo Banzi e il confronto fra gli architetti Carlo Ratti e Cino Zucchi, fino alla scoperta delle case che in futuro si costruiranno nello spazio con Chiara Cocchiara e Valentina Sumini, ce n’è davvero per tutti i gusti.
A essere coinvolte non sono solo le strutture del Campus Bovisa. La grande novità di questa quarta edizione è stata infatti il Fuori Festival, organizzato in collaborazione con ATM, il Civico Planetario “Ulrico Hoepli” di Milano e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. “Si sono prestati tutti a fare da sedi a iniziative e ad attività che sponsorizzano la tecnologia nelle sue diverse forme, quindi hanno contribuito a un ampliamento della comunità e del territorio che circonda il Festival”, conclude la professoressa Nova.
Tra visori per la realtà aumentata, lezioni teoriche e banchi allestiti dalle associazioni studentesche, va in scena uno spettacolo che ricorda a tutti che la scienza sa anche essere divertente, con genitori e figli uniti dalla stessa espressione di sorpresa davanti agli effetti di una semplice reazione chimica.

– Foto f12/Italpress –

Continua a leggere

Attualità

Cardiologia e sport, la frontiera medica per la sicurezza degli atleti

La frontiera della cardiologia viene applicata allo sport, e in particolare alle risposte degli atleti agli stress cardiaci. I casi drammatici e recenti di problemi cardiaci riscontrati durante le competizioni hanno riacceso il dibattito sulla salute degli sportivi e sulle potenzialità della medicina di leggere in anticipo i rischi e individuare le soluzioni. Anche di questo si parlerà il prossimo 25 ottobre a Roma quando il professore Gianfranco Gualdi, luminare della medicina e direttore scientifico del servizio di “Diagnostica per immagini” dell’Istituto di Medicina e Scienze dello Sport CONI, terrà una relazione sulle “modificazioni che possono verificarsi negli atleti sottoposti ad attività agonistica a carico delle strutture cardiache con individuazione del sottile margine tra fisiologico e patologico al fine di accertarne l’idoneità sportiva”.
L’intervento del professor Gualdi è inserito all’interno del XXI Congresso Romacuore 2024, organizzato da Collegio Federativo di Cardiologia che avrà come tema centrale “il ruolo dell’imaging avanzato nelle idoneità sportive: tra fisiologia e patologia”.
-foto Agenzia Fotogramma –

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY