La Slovacchia sta mettendo sotto pressione l’Ucraina, minacciando di bloccare gli aiuti europei se Kiev non accetterà la riapertura delle condutture che portano il gas russo in Europa. Questa mossa è stata annunciata dal primo ministro slovacco, Robert Fico, che ha avviato colloqui con Vladimir Putin per cercare una soluzione che permetta al suo Paese di continuare a ricevere il gas russo, necessario per il suo fabbisogno energetico, a prezzi più convenienti.
Fico ha dichiarato di aver discusso con il presidente russo di un contratto che obbliga la Russia a fornire gas alla Slovacchia. Nonostante il gasdotto Turk Stream, che attraversa la Turchia, abbia una capacità limitata, Fico ha affermato che la Russia ha garantito che onorerà gli impegni presi per le forniture. La Slovacchia sta attualmente cercando alternative per integrare la fornitura di gas, come il collegamento alle reti di gas dei Paesi vicini. Nonostante ciò, il premier ha sottolineato che la situazione attuale sta causando gravi perdite economiche all’Europa, con costi miliardari dovuti alla mancanza di circa 13,5 miliardi di metri cubi di gas, che prima transitavano attraverso l’Ucraina, di cui 3 miliardi destinati alla Slovacchia.
L’Ucraina ha deciso di non rinnovare il contratto che scadrà alla fine del 2024 per il transito del gas russo attraverso il suo territorio, una mossa che fa parte della sua strategia per ridurre le entrate della Russia, che alimentano la sua guerra contro l’Ucraina. Tuttavia, questa decisione ha un impatto diretto sulla Slovacchia, che ora si trova ad affrontare un incremento dei costi per l’energia. Fico ha lamentato che questa scelta comporterà un danno economico per il suo Paese, con un aumento dei costi di circa un miliardo di euro all’anno per il gas e ulteriori 500 milioni di euro in tasse di transito. La Slovacchia, quindi, ha minacciato di ridurre la sua assistenza all’Ucraina, che potrebbe includere il blocco delle forniture di elettricità di emergenza quando la Russia attaccherà la rete elettrica ucraina. In alternativa, il governo slovacco potrebbe limitare gli aiuti umanitari o utilizzare il diritto di veto in ambito UE per bloccare le decisioni riguardanti l’Ucraina.
Le minacce di Fico mettono in luce una delle questioni più delicate che l’Unione Europea si trova ad affrontare nel contesto del conflitto in Ucraina: l’equilibrio tra il supporto a Kiev e le esigenze economiche e energetiche di alcuni Stati membri. L’Europa, infatti, si trova divisa tra il sostegno a lungo termine all’Ucraina e le difficoltà interne, come quella della Slovacchia, che rischia di subire danni economici significativi a causa della fine del transito del gas russo. Fico ha dichiarato che, se il danno alla Slovacchia dovesse diventare permanente, il suo governo adotterà misure reciproche, tra cui la possibilità di bloccare gli aiuti all’Ucraina.
Per cercare una soluzione, la Slovacchia e la Commissione Europea hanno concordato la creazione di un gruppo di lavoro con l’obiettivo di trovare un accordo che soddisfi le necessità energetiche della Slovacchia e che al contempo supporti l’Ucraina e gli altri Stati membri dell’Unione Europea.
Il conflitto tra la necessità di garantire la sicurezza energetica e il supporto politico all’Ucraina è destinato a essere un tema cruciale per l’Unione Europea nei prossimi mesi. La posizione della Slovacchia potrebbe infatti influire sulle dinamiche politiche e diplomatiche all’interno dell’UE e sui suoi sforzi per far fronte alla crisi in corso.
