All’Acquario di Genova uno studio sulla presenza della foca monaca nel Santuario Pelagos

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Si conclude con risultati sorprendentemente incoraggianti la collaborazione scientifica triennale tra Fondazione Acquario di Genova Onlus, coordinatore, Università degli Studi di Milano-Bicocca (Prof.ssa Elena Valsecchi) e Gruppo Foca Monaca APS, avviata ufficialmente nel 2023 per studiare la presenza della foca monaca (Monachus monachus) nel Mediterraneo, con particolare riferimento al Santuario Pelagos, le acque italiane e altre aree del Mediterraneo occidentale con carenza di dati.

Questa specie è uno dei mammiferi marini più rari del mondo e l’unico pinnipede residente del Mar Mediterraneo. Un tempo era diffusa in tutte le coste del Mare Nostrum, poi è scomparsa in gran parte del suo areale originale a causa dell’impatto umano. Al 2023, la popolazione era stimata in circa 700 individui, con nuclei principalmente nel Mar Egeo e nell’Oceano Atlantico orientale, mentre per tutta l’area del Mediterraneo centrale e occidentale si denunciava una carenza di informazioni per la cronica assenza di attività di monitoraggio.

Il progetto ha ampliato la ricerca già condotta dall’Università di Milano-Bicocca e dal Gruppo Foca Monaca APS in altre aree del Mare Nostrum, estendendola in tutta Italia e nel Mediterraneo nord-occidentale, avvalendosi anche di tecniche innovative, quali l’analisi del DNA ambientale (eDNA) ed il coinvolgimento di un’ampia rete di citizen scientists.

Lo studio è stato condotto grazie al sostegno di 11th Hour Racing, una Fondazione americana che raggruppa diverse altre Fondazioni, tutte con un elevata attenzione all’ambiente, e che ha anche finanziato il team americano di vela d’altura vincitore di The Ocean Race 2022-23, da Ecocrest, la certificazione ideata dalla Fondazione Acquario di Genova per garantire una filiera sostenibile ed etica dei prodotti acquatici, Carloforte Tonnare PIAM srl, Berbrand srl, Superlativa srl e ArteCad SA ed ha avuto anche un supporto economico da CMA-CGM.

Il progetto ha ricevuto il riconoscimento dell’inclusione tra i progetti della EU Mission: Restore Our Ocean and Waters, è stato presentato al Forum sul Mare della Commissione Europea a Bruxelles nel 2024 e 2025 e al Festival della Scienza di Genova nel 2024.

I principali risultati

Tra il 2023 e il 2025, il progetto ha visto la collaborazione di oltre 40 organizzazioni tra centri diving, associazioni ambientaliste, enti di ricerca, WWF Italia, Aree Marine Protette e coinvolto direttamente circa 180 partecipanti di cui circa 80 cittadini-scienziati con specifica formazione in tecniche di campionamento e filtraggio per eDNA, attraverso workshop, campionamenti di eDNA e iniziative educative, raggiungendo migliaia di persone tramite seminari, poster, pubblicazioni e conferenze, e milioni indirettamente attraverso un’ampia copertura mediatica.

I cittadini-scienziati e le numerose associazioni partecipanti al progetto hanno contribuito ad oggi con circa 290 campioni di eDNA raccolti (anche nel 2022) in varie aree del Mar Mediterraneo, tra cui il Santuario Pelagos, nelle 4 stagioni. Una serie di campioni sono stati direttamente raccolti dal team di 11th Hour Racing, tra Genova e Gibilterra. L’attività di raccolta partecipata e coordinata proseguirà.

L’analisi molecolare ad oggi ha portato a rilevare la presenza di tracce di foca monaca in 105 casi (36%). In parallelo, tramite la raccolta di interviste e dati fotografici, sono stati registrati 64 avvistamenti di foca monaca, di cui 55 validati, generando dati senza precedenti sulla presenza della specie e sulla potenziale attività riproduttiva nelle acque italiane.

A febbraio 2023, infatti, è stata registrata in Calabria la presenza di un cucciolo di foca monaca, purtroppo morto, di una lunghezza stimata di circa 90 cm, e nel 2025 sono stati registrati molteplici avvistamenti di almeno due individui nel Golfo di Napolisuggerendo una recente attività riproduttiva nelle acque italiane, fatto eccezionalmente importante dato che i dati ufficiali considerano la specie non più attiva dal punto di vista riproduttivo in Italia.

Inoltre, è stata confermata la presenza di Foca monaca anche nel settore più settentrionale del Santuario Pelagos.

La foca monaca mediterranea è stata classificata nel 2023 come “Vulnerable” nella Lista Rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), mentre per la sola parte italiana, la Lista Rossa IUCN nazionale riporta “Data Deficient”, il che rende fondamentali le prove di ricolonizzazione o riproduzione per un aggiornamento del suo stato di conservazione a livello nazionale.

Lo studio ha confermato che le aree di maggiore interesse per la presenza di questo mammifero sono, come già evidenziato in studi precedenti, l’Arcipelago Toscano, la Sardegna nord-orientale, il Mar Adriatico e le Isole Baleari, cui si aggiungono il Mar Ligure centrale e le coste francesi e spagnole; segnali della presenza della foca monaca vengono rilevati anche nel settore più occidentale del Mediterraneo, nel Mar di Alboran, a Sud-Ovest delle Isole Baleari. Questa nuova scoperta potrebbe indicare che l’areale della specie si sia già esteso più a ovest di quanto finora documentato.

Gli eventi di BioBlitz – giornate specifiche distribuite durante l’anno in cui i sostenitori del progetto e i Citizen Scientist sono invitati a raccogliere campioni – evidenziano la presenza di più segnali positivi in zone ben distinte e lontane contemporaneamente e rivelano una certa coerenza del segnale nei punti caldi, dimostrando al contempo che essi costituiscono un protocollo efficace per monitorare la foca monaca nell’intero Mar Mediterraneo.

In un’ottica di misurazione dell’efficacia del progetto ai fini della divulgazione e sensibilizzazione, è stato condotto uno studio sociale su un campione di partecipanti alle iniziative del progetto, che dimostra miglioramenti statisticamente significativi su diversi ambiti, dalle conoscenze percepite sulla foca monaca, agli atteggiamenti affettivi verso la specie fino ai comportamenti pro-conservazione.

Il DNA ambientale

La metodologia utilizzata per studiare la presenza della foca monaca è stata messa a punto da alcuni anni dalla professoressa Elena Valsecchi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (progetto Spot the Monk) e utilizza il DNA ambientale (eDNA), che fornisce informazioni sulla presenza dei più diversi organismi marini in maniera non invasiva, attraverso le tracce di DNA che permangono nell’ambiente. I campioni di riferimento per la valutazione della presenza della Foca monaca sono stati prelevati da resti organici in ambiente dal Gruppo Foca monaca e da campioni di acqua prelevati in prossimità di grotte abitate dalle foche (Madera, anno 2020).

I partner del progetto

La Fondazione Acquario di Genova Onlus è un’organizzazione no profit che ha come soci fondatori il Comune, la Città Metropolitana di Genova, l’Università degli Studi di Genova, Costa Edutainment e la World Ocean Association. Nasce nel 2003 con l’obiettivo di contribuire a tutelare e valorizzare l’ambiente, con particolare riferimento alla conservazione e alla gestione corretta degli ambienti acquatici, attraverso attività di divulgazione e di educazione per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente presso il grande pubblico, azioni di sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni e di enti pubblici e privati, progetti di ricerca scientifica applicata.

La professoressa Elena Valsecchi, Ecologa molecolare del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca, studia da anni la biodiversità del Mar Mediterraneo, attraverso l’analisi del dna ambientale (eDNA), con particolare riferimento a mammiferi marini e tartarughe. È fondatrice e coordinatrice scientifica di Spot the Monk, un’iniziativa nata nel 2020 allo scopo di monitorare la presenza della foca monaca da tracce molecolari rinvenute in campioni d’acqua, avvalendosi di una sonda specie-specifica sviluppata dallo stesso gruppo di ricerca. I dati acquisiti da questi 291 campioni verranno a breve integrati con gli oltre 500 precedentemente caricati nel sito Spot the Monk Observatory (https://www.spot-the-monk-observatory.com/) dove saranno liberamente consultabili. L’analisi del DNA ambientale consente di determinare la presenza o meno di specie in vasti tratti di mare, attraverso tecniche non invasive.

Il Gruppo Foca Monaca (GFM) nasce nel 1976 per iniziativa del WWF Italia, con l’intento di promuovere la tutela degli ultimi nuclei di foche ancora presenti in località italiane e mediterranee. L’impegno costante dell’associazione in tutti questi anni è stato quello di conservare viva nell’opinione pubblica la consapevolezza che questi animali abitano ancora legittimamente il nostro mare, anche se la loro presenza è spesso discreta, quasi “invisibile”.

Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nel lavoro del GFM e offre nuove opportunità per ampliare le attività di conservazione su scala nazionale. Si inserisce infatti nel solco del progetto LIFE ADAPTS, cofinanziato dall’Unione Europea, che vedrà il GFM impegnato in attività di monitoraggio e raccolta dati sul campo per i prossimi cinque anni, rafforzando l’impegno dell’associazione nella tutela della foca monaca.

Associazioni che supportano da anni Spot the Monk contribuendo alla raccolta di campioni di Dna ambientale:

AMP Bergeggi, Mediterranean Institute for Advanced Studies (IMEDEA), Progetto M.A.R.E. un’iniziativa della Fondazione Centro Velico Caprera ETS coordinata scientificamente da One Ocean Foundation, Progetto Mediterranea, Fondazione CIMA, EcoMarine Malta, Project Manaia, Viaggio Della Balena iniziativa organizzata dalla Cooperativa La Beddula in sinergia con l’AMP Capo Testa-Punta Falcone and AMP Tavolara-Punta Coda Cavallo, University of Gibraltar, Sailing Home

Associazioni che hanno contribuito alla raccolta e filtraggio di campioni di Dna ambientale

Associazione di Coordinamento delle Imprese di Pesca di Maratea, Associazione Paolo Pinto Gallipoli, Avvistiamo, Aquarius, Argonauti, ASD Mondo Parallelo, Baiarda Dive Boat, Base 1 Sardinia, Carabinieri Biodiversità, C.K.C.S Kayak Salento, Cavo Diving, Centro di Speleologia Sottomarina Apogon, Circolo IBIS per l’Ambiente, CRAMA Asinara, Delfini del Ponente, Diving Area 11, Diving degli Etruschi, Diving Figarolo, Diving Pomonte, La Tribù Diving Academy, Jonian Dolphin Conservation, Marenostrum Diving Center, Marlin Tremiti, Massub, Menkab, Nereide, Oasi WWF Policoro, OUTBE, Portofino Divers, Project Mana, Settemaridiving, Sub Tribe, Sud-Est Diving, Terredamare, The Blue Dream Project, WWF Italia, WWF Massa Carrara, WWF Miramare,11th Hour Racing (boat Mālama).

Altre organizzazioni coinvolte in attività formative

5 Terre Diving, AMP 5 Terre, AMP Portofino, Fondazione Ethoikos, Guardia Costiera Ausiliaria, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, Kay Nature Experiences, Lasca la Randa.