L’episodio che lo scorso 26 novembre ha visto il Canal Grande tingersi di un verde brillante è approdato sul tavolo della Procura di Venezia, che ha aperto un’inchiesta. L’azione dimostrativa, compiuta da attivisti per il clima, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Greta Thunberg e di altri 36 militanti.
L’Azione Climatica a Rialto
Il clamoreso blitz si è verificato in pieno giorno all’altezza del Ponte di Rialto, uno dei simboli più noti della città lagunare.
- Lancio del Colorante: Cinque attivisti hanno utilizzato un colorante vegetale atossico per tingere l’acqua del canale di un verde acceso, in una dimostrazione visiva e d’impatto contro l’inerzia climatica.
- Striscione Esibito: Contemporaneamente, altri militanti hanno esposto uno striscione dal Ponte di Rialto, per rivendicare l’azione e lanciare un messaggio urgente sulla necessità di intervenire contro il cambiamento climatico.
La mossa ha causato l’immediato intervento delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco, mobilitati per accertare la natura della sostanza e per ripristinare la normalità.
L’Indagine per Manifestazione Non Autorizzata
La Procura ha contestato agli attivisti il reato di manifestazione non autorizzata. L’indagine coinvolge tutti i 37 militanti identificati, compresa la figura di spicco dell’attivismo globale, Greta Thunberg, che era presente a Venezia in quei giorni.
Gli inquirenti stanno valutando se l’azione, pur non avendo causato danni permanenti o rischi tossici, abbia interrotto un pubblico servizio (la navigazione sul Canal Grande) e se abbia comportato reati contro l’ambiente, nonostante la sostanza colorante sia stata confermata come atossica.
Le associazioni ambientaliste hanno espresso solidarietà al gesto, pur sottolineando la necessità di rispettare le leggi. Le autorità cittadine, invece, hanno condannato l’azione, evidenziando il disturbo causato in un’area ad alta intensità turistica e il dispiegamento di forze per la gestione dell’emergenza.
