Rischio povertà, la Calabria tra le peggiori d’Europa: 37,2%. Bolzano tra le più virtuose con il 5,9%

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La nuova fotografia scattata da Eurostat sul rischio di povertà e di esclusione sociale restituisce un’immagine dell’Italia segnata da profondi squilibri. Al centro della scena c’è la Calabria, che con un valore del 37,2% si conferma tra le regioni più fragili dell’intera Unione europea. Qui più di un terzo della popolazione vive in condizioni economiche precarie, con redditi insufficienti e prospettive incerte, in un contesto dove il lavoro scarseggia, le opportunità sono limitate e le infrastrutture non riescono a sostenere uno sviluppo duraturo. La povertà in Calabria non appare come un’emergenza improvvisa, ma come una condizione strutturale che pesa sulle famiglie, influenza la mobilità sociale e alimenta un continuo flusso migratorio verso le regioni più ricche del Paese.

All’estremo opposto, la Provincia autonoma di Bolzano rappresenta uno dei territori più solidi e prosperi d’Europa. Con un tasso del 5,9%, uno dei più bassi del continente, Bolzano si presenta come un modello di stabilità economica e coesione sociale. Qui il mercato del lavoro è dinamico, i salari sono più elevati rispetto alla media nazionale e il sistema di welfare è capace di sostenere in modo efficace le famiglie e le fasce più deboli. La distanza che separa Bolzano dalla Calabria è così ampia da sembrare quasi il confronto tra due Paesi diversi.

Questa forbice mette nuovamente in luce la realtà di un’Italia che procede a velocità diverse. Il Sud, nonostante gli sforzi e gli investimenti, continua a fare i conti con ritardi storici, insufficienze infrastrutturali e scarsa attrattività per le imprese. Il Nord, al contrario, beneficia di un tessuto produttivo più forte, di servizi più efficienti e di una maggiore capacità di innovazione. L’Europa, attraverso questi indicatori, non fa altro che confermare un divario che le politiche nazionali cercano da anni di ridurre senza riuscire a colmarlo.

Colmare questo gap significa investire in modo consistente e continuativo nelle regioni più deboli, creare lavoro stabile, migliorare la qualità dei servizi e rendere più competitivi i territori del Mezzogiorno. Significa anche affrontare la povertà non come un semplice dato statistico, ma come un fenomeno che incide sulla dignità delle persone, sul futuro dei giovani e sulla tenuta sociale delle comunità. Il confronto tra Calabria e Bolzano, oggi più che mai, racconta la sfida che l’Italia ha davanti: costruire un Paese capace di garantire opportunità e sicurezza economica a tutti, non solo a chi vive nelle zone più fortunate.