Occhi Lucidi e Distrazione al Volante: La Cassazione e la Legittimità del Test Antidroga

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Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito e rafforzato i poteri delle Forze dell’Ordine in materia di sicurezza stradale, stabilendo che la presenza di “pochi indizi” è sufficiente a legittimare l’invito a sottoporsi agli accertamenti per la guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. La decisione sottolinea una volta di più le pesanti conseguenze legali per chi decide di rifiutare il test: si configura infatti un reato specifico ai sensi del Codice della Strada.


Gli Indizi che Fanno Scattare il Sospetto

La Suprema Corte, con la sentenza n. 32157/2025 (depositata il 26 settembre 2025), ha respinto il ricorso di un automobilista condannato, fornendo una chiave di lettura chiara sui segnali che possono giustificare il test antidroga.

Non è necessario che l’alterazione psico-fisica sia palese o eclatante. Gli agenti di Polizia possono procedere con l’invito agli accertamenti sanitari anche in presenza di sintomi lievi che facciano ragionevolmente sospettare l’uso di sostanze psicotrope. Tra questi segnali, la Cassazione ha riconosciuto:

  • Occhi lucidi o arrossati.
  • Mucose nasali arrossate.
  • Scarsa attenzione o distrazione al volante.
  • Comportamento inidoneo o incoerente.

Questi elementi, pur non provando in sé lo stato di alterazione, sono considerati sufficienti a legittimare la richiesta di accertamenti di laboratorio da parte delle Forze dell’Ordine.


Il Rifiuto è un Reato Autonomo

Il punto cruciale della pronuncia riguarda le conseguenze del diniego. L’automobilista che si rifiuta di sottoporsi al test antidroga, quando la richiesta degli agenti è supportata da un ragionevole sospetto (come i sintomi sopra elencati), commette un reato previsto dall’articolo 187, comma 8, del Codice della Strada.

Il reato di rifiuto di accertamenti sanitari è una fattispecie autonoma che non richiede la successiva prova dello stato di alterazione. È la mera condotta di rifiuto, a fronte di una richiesta legittima, a far scattare la rilevanza penale.

Questa impostazione mira a:

  1. Garantire la sicurezza stradale permettendo alle Forze dell’Ordine di effettuare i controlli necessari.
  2. Sanzionare l’ostruzionismo da parte del conducente che, rifiutando il controllo, impedisce l’accertamento di una potenziale violazione grave.

Stato di Alterazione: Il Nodo Giuridico

È importante notare che, per la condanna per Guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti(art. 187 C.d.S.), la giurisprudenza ha tradizionalmente richiesto non solo la positività alla sostanza (che potrebbe permanere nell’organismo per giorni) ma anche l’effettivo stato di alterazione al momento della guida. Questo elemento deve essere provato attraverso una valutazione complessiva che tenga conto dei sintomi riscontrati, del comportamento del conducente e, ovviamente, degli esami biologici.

Tuttavia, le recenti modifiche normative al Codice della Strada hanno cercato di rendere la punibilità più immediata. Nonostante ciò, la giurisprudenza continua a ribadire l’importanza di accertare l’alterazione, ma la sentenza sul rifiuto rafforza il principio che, in presenza di indizi, il conducente non può sottrarsi al controllo. Il rifiuto, infatti, integra il reato di per sé, indipendentemente dall’esito che il test avrebbe avuto.