Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato il dispiegamento della Guardia Nazionale a Portland, Oregon, per proteggere la città e le sedi dell’Ice, l’agenzia federale incaricata degli arresti dei migranti, dalle presunte minacce di Antifa e altri gruppi definiti dalla Casa Bianca come terroristi interni. La decisione è stata annunciata tramite un post sul social Truth, dove Trump ha confermato che il segretario alla Guerra, Pete Hegseth, riceverà tutte le truppe necessarie per garantire la sicurezza, autorizzando anche il ricorso alla piena forza se necessario. La misura risponde a una richiesta della segretaria per la Sicurezza Nazionale, Kristi Noem, in seguito a mesi di proteste e tensioni attorno agli edifici dell’Ice a Portland.
Le manifestazioni nella città dell’Oregon, concentrate soprattutto attorno a una struttura dell’Ice situata a circa tre chilometri dal centro, hanno caratterizzato l’estate con episodi quotidiani di protesta, alcuni dei quali hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e l’uso di gas lacrimogeni. Alcuni edifici sono stati temporaneamente chiusi per motivi di sicurezza. Trump ha affermato senza fornire prove che “terroristi pagati” starebbero seminando il caos a Portland e ha ribadito la determinazione della sua amministrazione a spazzare via questi presunti agitatori.
Il sindaco di Portland, Keith Wilson, ha contestato la necessità di un intervento federale, sottolineando come la città abbia gestito la situazione tutelando la libertà di espressione pur affrontando isolati episodi di violenza e danneggiamenti. La decisione di Trump segue precedenti mobilitazioni della Guardia Nazionale in altre città statunitensi, tra cui Memphis, Los Angeles e Washington, e annunci simili riguardano anche Chicago, New York e Baltimore. La Casa Bianca ha inoltre classificato Antifa come “organizzazione terroristica”, citando gli incidenti di Portland come motivazione principale della misura.
Il dispiegamento della Guardia Nazionale a Portland rappresenta un nuovo capitolo nelle tensioni tra amministrazione federale e autorità locali, con la città dell’Oregon al centro dell’attenzione nazionale. La vicenda solleva interrogativi sulle dinamiche di sicurezza interna, sull’uso delle forze federali e sulla gestione delle proteste civili negli Stati Uniti, dove il confronto tra governo e manifestanti continua a essere particolarmente acceso.
