Un nuovo filone d’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, sta scuotendo la procura di Pavia. Al centro delle indagini c’è Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, accusato di corruzione in atti giudiziari per presunti pagamenti ricevuti per archiviare la posizione di Andrea Sempio, oggi unico indagato nel nuovo procedimento. A far emergere il caso sono stati elementi come un pizzino con la dicitura “Venditti gip archivia X 20.30 euro”, una serie di assegni da oltre 40mila euro transitati sui conti della famiglia Sempio e intercettazioni del 2017 che sarebbero scomparse o trascritte in modo anomalo.
Il pizzino è stato rinvenuto dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano durante una perquisizione in casa Sempio il 14 maggio scorso. La Guardia di Finanza ha ricostruito un flusso di assegni per oltre 40mila euro provenienti dalle zie di Andrea tra dicembre 2016 e giugno 2017, confluiti sul conto del padre Giuseppe e in gran parte prelevati in contanti, di cui circa 30mila euro risultano svaniti. Gli inquirenti ritengono che questi movimenti e il pizzino incrocino passaggi di vecchie intercettazioni mai valorizzate, tra cui conversazioni in cui Giuseppe Sempio parlava di muovere denaro “senza lasciare traccia” per pagare “quei signori lì”.
Giuseppe Sempio ha minimizzato parlando di piccole somme destinate a marche da bollo o spese legali, mentre Mario Venditti ha espresso indignazione per le perquisizioni, sottolineando la lunga carriera al servizio dello Stato e dichiarando che la verità lo scagionerà. Le verifiche della procura di Brescia coinvolgono anche due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Pavia per presunti contatti opachi con la famiglia Sempio e omissioni nelle trascrizioni, in particolare su frasi che facevano riferimento a pagamenti.
Le nuove rivelazioni hanno avuto un forte impatto sull’incidente probatorio in corso a Pavia, dove i periti hanno ottenuto una proroga di 70 giorni per completare accertamenti genetici e dattiloscopici. La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti tra legali: la famiglia Poggi parla di ferita che non si rimargina, la difesa di Alberto Stasi sottolinea la gravità dei fatti se confermati, mentre l’avvocato di Sempio definisce l’inchiesta “accuse che fanno ridere”, minimizzando il valore del pizzino.
