“Giornalista pericolosa”: le parole di Francesca Del Vecchio sull’esperienza con la Global Sumud Flotilla“Global Sumud Flotilla”: giornalista italiana cacciata

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Francesca Del Vecchio, giornalista de La Stampa, ha raccontato di far parte della cronaca della Global Sumud Flotilla con la rubrica “Cronache dalla Flotilla”, aggiornando quotidianamente i lettori sull’evoluzione della missione umanitaria in mare che punta a rompere il blocco verso Gaza. 

Secondo le sue dichiarazioni, al momento di partire con la spedizione — la missione che coinvolge decine di imbarcazioni provenienti da vari Paesi — le è stato chiesto di aderire a procedure di sicurezza che avrebbero limitato la sua libertà di documentazione. Tra queste figurerebbero la consegna del telefono cellulare, perquisizioni personali, restrizioni alle chat di gruppo della missione. 

Del Vecchio afferma che quando ha provato a documentare certe fasi — in particolare momenti di addestramento in mare o esercitazioni con le imbarcazioni — è avvenuto un cambiamento nei rapporti con gli organizzatori e alcuni membri del direttivo. Da quel momento, sostiene, è stata esclusa dalle chat interne, le è stato impedito l’accesso ad alcune informazioni e infine le è stato comunicato che non era più “benvenuta”. Le motivazioni che le sarebbero state fornite includerebbero l’accusa di divulgare “informazioni sensibili” che avrebbero potuto compromettere la sicurezza complessiva della missione, etichettandola come “giornalista pericolosa”.

Del Vecchio mette in luce che quello che le era stato promesso come diritto di cronaca — documentare le attività, testimoniare gli eventi — è stato progressivamente limitato, fino a esclusione effettiva dalle comunicazioni interne. Pur non specificando in modo completamente dettagliato quali fossero le informazioni considerate problematiche, la giornalista afferma che tutto è iniziato con il desiderio di raccontare la missione con trasparenza.