Incidenti sul lavoro: la dinamica dell’evento

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Un incidente mortale a Santa Maria di Sala (VE): due operai, di 30 e 20 anni, sono caduti in una cisterna destinata alla raccolta di residui biologici e sono morti. I vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente, hanno recuperato i corpi ma nonostante i soccorsi non c’è stato nulla da fare .


Contesto tecnico e rischio di ambienti confinati

Lo spazio confinato come una cisterna rappresenta uno dei contesti a più alto rischio sul lavoro: ventilazione limitata, presenza di gas tossici (anche non visibili o inerti) e difficoltà operative aggravano lo scenario. Incorrere in malori, mancanza di ossigeno o cadute è un rischio concreto. L’episodio ricalca analoghe tragedie passate in cui lavoratori sono rimasti soffocati o intossicati in cisterne o depositi. Un resoconto ANSA del 2014 riporta decine di casi simili, inclusa una tragedia del 2008 a Porto Marghera (VE) in cui due operai morirono soffocati durante operazioni di carico di una cisterna per materie prime.


Soccorso, indagini e prime reazioni

Sul luogo sono intervenuti, oltre ai vigili del fuoco, anche tecnici della prevenzione, carabinieri e probabilmente ispettori dell’Asl-Spisal, anche se le fonti disponibili non confermano con esattezza la composizione delle squadre accorse.
È nelle prime ore successive all’incidente che le autorità hanno avviato i primi accertamenti, mirando a stabilire se fossero stati rispettati i protocolli di accesso in ambienti chiusi, l’utilizzo di DPI e la presenza di un analizzatore di gasper verifiche preventive.


 Sicurezza: norme in vigore e responsabilità aziendale

Secondo il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.lgs. 81/2008 – “T.U. Sicurezza”), l’accesso a un ambiente confinato come una cisterna deve essere preceduto da:

  • Verifica dell’atmosfera respirabile (ossigeno ≥ 17 %);
  • Limitazione degli accessi, solo personale addestrato;
  • Uso obbligatorio di DPI respiratori, imbracature, e segnale di allarme;
  • Presenza continua di un soccorritore pronto a intervenire senza entrare.

In più, eventuali subappalti in settori ad altissimo rischio richiedono strutture aziendali con formazione certificata e procedure validate da Casse Edili o Asl, aspetto che sarà al centro delle verifiche investigative.


 Lutto, sindacati e richieste urgenti

Seppur i nomi dei due operai e l’impresa coinvolta non siano ancora stati resi pubblici, il sindacato CGIL – Fiom Venezia ha annunciato il proprio cordoglio e ha chiesto un incontro urgente con il Prefetto e le autorità sanitarie, sottolineando l’inaccettabilità di simili stragi di lavoratori in attività ordinarie e ripetute nel tempo.
È stata avanzata la richiesta di tavoli regionali straordinari per la formazione a regioni, camere di commercio e aziende, con l’obiettivo di introdurre un monte ore di sicurezza obbligatoria e strumenti di prevenzione sempre più stringenti.


 Un quadro più ampio: l’Italia non può più tollerare queste tragedie

Secondo le statistiche Inail, ogni anno avvengono decine di incidenti in ambienti confinati e nei depositi, spesso letali. L’episodio di Santa Maria di Sala non è un caso isolato: le cisterne rappresentano un hot-spot di rischio che va affrontato con policy preventive, formazione, controllo delle imprese affidatarie e penalità reali.
Molte delle vicende tragiche passate in Italia – operai morti per asfissia in navi, depositi o silos – erano evitabili: si tratta ora di tradurre in atti concreti quell’attenzione alla sicurezza che resta troppo spesso solo sulla carta.

❝ Una vittima su dieci negli incidenti sul lavoro avrebbe potuto essere salvata con i principi di prevenzione fondamentali.❞ — testimonianza raccolta tra ispettori di medicina del lavoro.