MILANO – Un nuovo colpo alla criminalità organizzata è stato inferto dai Carabinieri del ROS, che hanno eseguito 9 misure cautelari – 8 in carcere e 1 agli arresti domiciliari – nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’operazione, supportata dai Comandi dell’Arma di Roma, Pavia, Brescia, Vibo Valentia e Reggio Calabria, nasce da un filone investigativo collegato al caso di dossieraggio illegale che ha travolto l’agenzia investigativa “Equalize”.
Le accuse: pressioni mafiose per chiudere un contenzioso immobiliare
Le indagini hanno portato alla luce un’estesa rete di influenze mafiose attive a Milano e riconducibili alla cosca Barbaro-Rosi di Platì (RC). Al centro dell’inchiesta, un tentativo di forzare la risoluzione di un contenzioso tra un’impresa immobiliare romana e una subappaltatrice bergamasca.
Secondo gli inquirenti:
- L’imprenditore romano si sarebbe rivolto a un avvocato calabrese con studio a Roma, sospettato di collegamenti con ambienti della ‘ndrangheta, e a due membri della citata agenzia investigativa.
- L’obiettivo era coinvolgere elementi criminali per indurre l’impresa bergamasca ad accettare un saldo forzato di 8 milioni di euro, a fronte di un credito reale di circa 35 milioni.
Il ruolo dell’ex collaboratore di giustizia
Tra i protagonisti anche un ex collaboratore di giustizia, noto per i suoi legami con ambienti mafiosi, che avrebbe:
- Intimidito imprenditori tra maggio e ottobre 2023 su incarico dell’imprenditore romano.
- Minacciato un secondo imprenditore brianzolo, affinché smontasse i cantieri nella provincia di Milano per far posto ad aziende “gradite”.
Per quest’ultimo episodio, lo stesso ex pentito era già stato arrestato il 24 marzo scorso per violenza privata aggravata dal metodo mafioso.
Nuove prove, nuove accuse
Inizialmente, il G.I.P. aveva riqualificato i fatti come “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, ma le nuove dichiarazioni dell’ex pentito e ulteriori prove fornite dal ROS hanno convinto la DDA a reiterare le accuse: il giudice ha così ripristinato l’imputazione più grave di tentata estorsione mafiosa per tutti gli indagati.
Un’indagine che svela ancora una volta la presenza della ‘ndrangheta in Lombardia
L’operazione odierna conferma la radicata presenza della ‘ndrangheta nel tessuto economico lombardo, evidenziando come le dinamiche mafiose riescano ancora a infiltrarsi nei settori degli appalti e delle controversie aziendali, spesso mascherate da azioni legali o commerciali.


