Matteo Salvini torna a puntare il dito contro il presidente francese Emmanuel Macron. Dopo averlo definito “matto”, il vicepremier leghista rincara la dose: con lui “saremmo già sull’orlo della guerra”. Le dichiarazioni arrivano da Bologna, dove Salvini ha parlato durante un evento della Lega dedicato alla “doppia pace”, fiscale e in Ucraina.
Le parole del leader leghista si inseriscono in un contesto delicato per l’Europa, con i vertici Ue impegnati a discutere il piano di riarmo e difesa. In particolare, Macron si è fatto promotore dell’invio di truppe europee a Kiev e di un rafforzamento dello “scudo nucleare”. Salvini critica duramente questa linea, sostenendo che la pace in Ucraina non possa dipendere da un “Macron qualunque”, ma dai colloqui tra Zelensky, Putin e Trump.
Oltre al presidente francese, Salvini attacca anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, contestando la proposta di finanziare l’acquisto di armamenti con nuovo debito pubblico: “Fino a ieri ci dicevano che non si poteva fare debito per aumentare le pensioni, e ora invece si può per i missili?”.
Le posizioni di Salvini appaiono distanti dagli alleati di governo. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, sostiene infatti il piano “Rearm Eu”, ritenendolo necessario per garantire la sicurezza dei cittadini europei. “Non siamo guerrafondai”, afferma Tajani, cercando di smorzare le tensioni.
Nel frattempo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tenta di mantenere una linea di equilibrio tra gli interessi italiani, il rapporto con gli Stati Uniti e il ruolo dell’Italia in Europa. Ha più volte chiesto compattezza ai suoi ministri, ma Salvini continua a muoversi autonomamente, complicando la gestione della politica estera del governo.
Le divisioni interne all’esecutivo potrebbero pesare nei prossimi incontri internazionali. Lunedì e martedì i ministri finanziari dell’Unione Europea discuteranno le implicazioni economiche del piano di difesa, mentre mercoledì sarà la volta dei ministri della Difesa di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Polonia. A questi appuntamenti seguirà, il 20 e 21 marzo, il vertice tra i 27 leader dell’Ue a Bruxelles, dove la questione della pace in Ucraina sarà centrale. Resta da vedere se il governo italiano riuscirà a presentarsi con una posizione unitaria o se le divergenze interne continueranno a emergere nei prossimi incontri internazionali.
