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Reggio Calabria | Tiziana Iaria racconta del rapimento-lampo

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Tiziana Iaria, responsabile del Centro antiviolenza “Margherita, ha reso pubblici i dettagli del suo rapimento, oggetto di indagine da parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria. Ha raccontato l’episodio durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Centro insieme all’avvocata Denise Serena Albano.

Iaria ha narrato di essere uscita dall’ufficio alle 9 per consegnare dei documenti all’avvocato. Lungo il percorso, una signora con un bambino in braccio le ha chiesto gentilmente aiuto per far salire il bambino in macchina. Essendo abituata ad aiutare gli altri, ha accettato e, una volta salita nella vettura, ha perso conoscenza. Questo è quanto si ricorda di quel giorno.

Sul rapimento avvenuto il 21 marzo, ha aggiunto di aver sentito un forte odore di ammoniaca vicino al bambino e all’interno dell’auto. La donna rapitrice era giovane, magra, con capelli neri. Pare che nel sequestro siano stati coinvolti due uomini che l’hanno tenuta chiusa in una stanza senza finestre per poi liberarla il giorno successivo, trasportandola fino a casa con un pullmino.

I rapitori, secondo il racconto di Iaria, non l’hanno legata né imbavagliata, né le hanno fatto del male. Le uniche istruzioni date erano di salire, scendere, stare zitta e abbassare la testa. La voce che impartiva gli ordini era maschile, anche se Iaria non ha mai visto i rapitori, tranne uno con una sottile barba che aveva intravisto di spalle.

Rispondendo alle domande degli investigatori, ha affermato di non aver opposto resistenza per paura di aggravare la situazione. Ha raccontato di essere stata interrogata per sette ore consecutive, durante le quali le sono state poste molte domande, ma le è stato vietato di rispondere. Ha ammesso di aver chiesto spiegazioni sull’utilità delle domande, ricevendo come risposta che, anche se le sembravano stupide, erano rilevanti per l’indagine. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per chiarire le polemiche riguardo alla qualifica di psicologa di Tiziana Iaria. L’avvocata Albano ha dichiarato che Iaria ha una laurea, ma non esercita la professione di psicologa e non è iscritta a un albo professionale.”

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